LE GRANDE CASSE (3.855m)
Sabato 13 e domenica 14 maggio, grazie alla determinazione di Orfeo, il GSA UGET è riuscito – finalmente – a rispettare il programma gite.
E che gita! La mitica Grand Casse nella Vanoise con i suoi 3855 metri di quota rappresenta un “piccolo” must nel cassetto di ogni scialpinista a causa di un ripido canale di salita che la rende discretamente “ostica”. La quota, l’ambiente, l’avvicinamento, il panorama ne completano il meritato appeal di cui gode.
Partiti da Torino alle 10,00 e percorsi i 250 km lasciandosi Albertville alle spalle già solo il viaggio di andata rappresenta una prova di pazienza. Da Pralognan (noto centro sciistico invernale in questa stagione praticamente deserto) si sale ancora di cento metri per giungere alla frazione Les Fontanettes a 1455 m di quota da cui, sci in spalla ovviamente, risaliamo i secchi e desolanti pistoni da sci che fino a poche settimane fa erano percorsi da migliaia di pistaioli. Dopo un’oretta, intorno ai 2300 m, possiamo mettere gli sci ed in breve, oltrepassata la spettacolare Anguille de la Vanoise, arriviamo ai tre casolari che costituiscono il rifugio del colle della Vanoise, più raramente chiamato Felix Faure a m 2517. Il vitto è “alla francese” ; curioso che come secondo, dopo il consueto minestrone knorr, ci venga servita pasta con abbondante ragù, peraltro neppure disdicevole.
La meteo per la domenica, nonostante il sabato pomeriggio si consumi tra bagni di sole sui prati circostanti il rifugio, non e’ magnifica ma non ci lasciamo scoraggiare. Dopo la colazione alle ore 5,00 a parte un fastidioso venticello la salita, ripidissima, chi in sci, chi con i ramponi avviene piuttosto celermente e siamo quasi tra i primi a giungere in punta. Qualche fastidioso cumulo impedisce una costante nitida visione anche se il panorama - che a tratti può solo essere intuito - è di tutto rispetto. Si vedono il monte Bianco, La grande Motte, tutte le “nostre” montagne intorno al Moncenisio da cui siamo ad un tiro di schioppo… Dopo la sosta di rito, disturbata dal solito fastidioso vento, ci prepariamo per la discesa. Tutti siamo un po’ tesi per il famigerato canale che essendo esposto a sud-ovest prende sole da tardi lasciando così una lastra di neve gelida al posto di una facile e sicura copertura nevosa.
Ed è all’inizio di tale canale che un nostro socio scivola trascinandone con sé un secondo. Bilancio finale: legamento crociato del ginocchio rotto il che ci obbliga a chiedere l’intervento dell’elicottero. Il soccorso è celerissimo: dopo soli 20 minuti dalla chiamata al 112 (siamo in francia!) giunge l’elicottero della Gendarmerie che, dopo avere immobilizzato l’arto, imbraca il ferito e lo porta via. L’altro componente deve consuntivare alcune abrasioni e la perdita di uno sci che lo obbligherà a proseguire la discesa fino alle auto a piedi. Noi proseguiamo la discesa sulla neve che, complice la quota e l’avanzare del giorno, diventa sempre più molle e facile e dopo avere recuperato il materiale in eccesso lasciato all’imbocco del canale ci dirigiamo verso il verde, verso la primavera, verso il caldo fondo valle. Recupereremo poi l’infortunato a Bozel, pochi km a valle di Pralognan: una seduta presso il Cabinet Medical locale ha evidenziato la diagnosi su esposta. Analisi più approfondite verranno svolte a Torino, già dalla serata.
Ad Ivo gli auguri vivissimi di tutto il GSA per una pronta e completa guarigione!
E che gita! La mitica Grand Casse nella Vanoise con i suoi 3855 metri di quota rappresenta un “piccolo” must nel cassetto di ogni scialpinista a causa di un ripido canale di salita che la rende discretamente “ostica”. La quota, l’ambiente, l’avvicinamento, il panorama ne completano il meritato appeal di cui gode.
Partiti da Torino alle 10,00 e percorsi i 250 km lasciandosi Albertville alle spalle già solo il viaggio di andata rappresenta una prova di pazienza. Da Pralognan (noto centro sciistico invernale in questa stagione praticamente deserto) si sale ancora di cento metri per giungere alla frazione Les Fontanettes a 1455 m di quota da cui, sci in spalla ovviamente, risaliamo i secchi e desolanti pistoni da sci che fino a poche settimane fa erano percorsi da migliaia di pistaioli. Dopo un’oretta, intorno ai 2300 m, possiamo mettere gli sci ed in breve, oltrepassata la spettacolare Anguille de la Vanoise, arriviamo ai tre casolari che costituiscono il rifugio del colle della Vanoise, più raramente chiamato Felix Faure a m 2517. Il vitto è “alla francese” ; curioso che come secondo, dopo il consueto minestrone knorr, ci venga servita pasta con abbondante ragù, peraltro neppure disdicevole.
La meteo per la domenica, nonostante il sabato pomeriggio si consumi tra bagni di sole sui prati circostanti il rifugio, non e’ magnifica ma non ci lasciamo scoraggiare. Dopo la colazione alle ore 5,00 a parte un fastidioso venticello la salita, ripidissima, chi in sci, chi con i ramponi avviene piuttosto celermente e siamo quasi tra i primi a giungere in punta. Qualche fastidioso cumulo impedisce una costante nitida visione anche se il panorama - che a tratti può solo essere intuito - è di tutto rispetto. Si vedono il monte Bianco, La grande Motte, tutte le “nostre” montagne intorno al Moncenisio da cui siamo ad un tiro di schioppo… Dopo la sosta di rito, disturbata dal solito fastidioso vento, ci prepariamo per la discesa. Tutti siamo un po’ tesi per il famigerato canale che essendo esposto a sud-ovest prende sole da tardi lasciando così una lastra di neve gelida al posto di una facile e sicura copertura nevosa.
Ed è all’inizio di tale canale che un nostro socio scivola trascinandone con sé un secondo. Bilancio finale: legamento crociato del ginocchio rotto il che ci obbliga a chiedere l’intervento dell’elicottero. Il soccorso è celerissimo: dopo soli 20 minuti dalla chiamata al 112 (siamo in francia!) giunge l’elicottero della Gendarmerie che, dopo avere immobilizzato l’arto, imbraca il ferito e lo porta via. L’altro componente deve consuntivare alcune abrasioni e la perdita di uno sci che lo obbligherà a proseguire la discesa fino alle auto a piedi. Noi proseguiamo la discesa sulla neve che, complice la quota e l’avanzare del giorno, diventa sempre più molle e facile e dopo avere recuperato il materiale in eccesso lasciato all’imbocco del canale ci dirigiamo verso il verde, verso la primavera, verso il caldo fondo valle. Recupereremo poi l’infortunato a Bozel, pochi km a valle di Pralognan: una seduta presso il Cabinet Medical locale ha evidenziato la diagnosi su esposta. Analisi più approfondite verranno svolte a Torino, già dalla serata.
Ad Ivo gli auguri vivissimi di tutto il GSA per una pronta e completa guarigione!