Dati Tecnici della Gita
RAID DEL GRAN PARADISO
Cinque giorni sugli sci per attraversare tutte le valli che incidono, a raggiera, il gruppo: un percorso scialpinistico fantastico ad anello tra i più celebrati dell'arco alpino, che permette di assaporare senza eccessiva fatica gli spettacolari ambienti d'alta montagna nel cuore del Parco Nazionale. Momento magico del Raid è la salita al GranPa, insieme agli amici che ci terranno compagnia solo per la gita sociale.
ACCESSO
Si prende l’autostrada A5 da Torino fino all’uscita di Aosta Ovest, si prosegue fino all’imbocco della valle di Cogne che si percorre fino a Valnontey, dove ha inizio il raid.
1° Giorno E' una tappa di avvicinamento che introduce lentamente all'ambiente d'alta quota che caratterizzerà i giorni successivi. Si inizia la marcia dai piacevoli pendii boschivi della Valnontey per risalire i comodi tornanti della mulattiera che conduce al rifugio Vittorio Sella. Partiremo nel pomeriggio di venerdì e probabilmente incontreremo nella solitudine dell'ascesa branchi di stambecchi.
2° Giorno Lunga tappa in ambiente alpinistico e di grande soddisfazione ed impegno. Occorre lasciare il rifugio Sella all'alba per trovarsi in vetta al Gran Serra (3.552 m) di buon'ora. Da qui infatti si effettua una discesa in corda doppia sul versante della Valsavaranche, diverse curve sui pendii del Ghiacciaio del Timorion ed una lunga traversata in diagonale sul Ghiacciaio del Gran Neyron. Si raggiunge il bivacco Sberna (3.400 m), si riparte per l'ultima discesa della giornata fino al rifugio Chabod, dove ci si gode il meritato riposo in vista del giorno successivo.
3° Giorno E' la più famosa ascensione scialpinistica delle Alpi, probabilmente la via migliore per la vetta del Gran Paradiso: la facilità (relativa) del percorso e gli entusiasmanti pendii di discesa ne fanno indubbiamente una salita con pochi paragoni. La salita dallo Chabod ha il vantaggio di svolgersi in un ambiente più spettacolare passando per i seracchi del tormentato Ghiacciaio di Laveciau. Una volta raggiunta la Schiena d'Asino la via è una sola e lo sguardo viene sempre più frequentemente distratto dal panorama che si apre a sud sulla Tresenta e sulla spettacolare calotta glaciale del Ciarforon, ormai molto più in basso. La fatica inizia a farsi sentire ma presto bisogna fermarsi per togliere gli sci ed affrontare l'ultimo delicato tratto roccioso. La discesa è uno spettacolo unico fino al rifugio Vittorio Emanuele II, dove ci fermeremo salutando gli amici che torneranno a casa.
4° Giorno La risalita del Ghiacciaio di Moncorvé consente di osservare da vicino la forma slanciata della Becca di Moncorvé e le caratteristiche linee del Ciarforon e della Tresenta. Dal colle del Gran Paradiso si tolgono le pelli per iniziare la traversata delle valli piemontesi, più solitarie ed isolate. Si attraversa il ghiacciaio di Noaschetta, si tocca il bivacco Ivrea e dopo aver risalito il Colle dei Becchi, per canalini e divertenti pendii ci si immette nella testata del Vallone di Piantonetto. Si tira il fiato sotto la severa parete rocciosa del Becco Meridionale della Tribolazione per girare le punte degli sci verso sud, dove si scorgono i tetti gialli del rifugio Pontese.
5° Giorno I ripidi pendii che dal Pian delle Muande conducono al Colle di Teleccio sono l'ultima grande fatica del Raid e se avremo ancora un po' di forze saliremo la Punta Ondezana. Iniziamo l'ultima lunga e divertente discesa di 1.800 m che riporta a Lillaz, zigzagando tra i crepacci fino al Ghiacciaio di Valeille, da dove per bei pendii si raggiunge il fondo dell'omonima valle. Nell'ultimo tratto della Valeille può capitare di essere accompagnati dal frastuono delle cascate ghiacciate che crollano dai ripidi versanti della valle, segnali inequivocabili dell'inverno che volge al termine!
ACCESSO
Si prende l’autostrada A5 da Torino fino all’uscita di Aosta Ovest, si prosegue fino all’imbocco della valle di Cogne che si percorre fino a Valnontey, dove ha inizio il raid.
1° Giorno E' una tappa di avvicinamento che introduce lentamente all'ambiente d'alta quota che caratterizzerà i giorni successivi. Si inizia la marcia dai piacevoli pendii boschivi della Valnontey per risalire i comodi tornanti della mulattiera che conduce al rifugio Vittorio Sella. Partiremo nel pomeriggio di venerdì e probabilmente incontreremo nella solitudine dell'ascesa branchi di stambecchi.
2° Giorno Lunga tappa in ambiente alpinistico e di grande soddisfazione ed impegno. Occorre lasciare il rifugio Sella all'alba per trovarsi in vetta al Gran Serra (3.552 m) di buon'ora. Da qui infatti si effettua una discesa in corda doppia sul versante della Valsavaranche, diverse curve sui pendii del Ghiacciaio del Timorion ed una lunga traversata in diagonale sul Ghiacciaio del Gran Neyron. Si raggiunge il bivacco Sberna (3.400 m), si riparte per l'ultima discesa della giornata fino al rifugio Chabod, dove ci si gode il meritato riposo in vista del giorno successivo.
3° Giorno E' la più famosa ascensione scialpinistica delle Alpi, probabilmente la via migliore per la vetta del Gran Paradiso: la facilità (relativa) del percorso e gli entusiasmanti pendii di discesa ne fanno indubbiamente una salita con pochi paragoni. La salita dallo Chabod ha il vantaggio di svolgersi in un ambiente più spettacolare passando per i seracchi del tormentato Ghiacciaio di Laveciau. Una volta raggiunta la Schiena d'Asino la via è una sola e lo sguardo viene sempre più frequentemente distratto dal panorama che si apre a sud sulla Tresenta e sulla spettacolare calotta glaciale del Ciarforon, ormai molto più in basso. La fatica inizia a farsi sentire ma presto bisogna fermarsi per togliere gli sci ed affrontare l'ultimo delicato tratto roccioso. La discesa è uno spettacolo unico fino al rifugio Vittorio Emanuele II, dove ci fermeremo salutando gli amici che torneranno a casa.
4° Giorno La risalita del Ghiacciaio di Moncorvé consente di osservare da vicino la forma slanciata della Becca di Moncorvé e le caratteristiche linee del Ciarforon e della Tresenta. Dal colle del Gran Paradiso si tolgono le pelli per iniziare la traversata delle valli piemontesi, più solitarie ed isolate. Si attraversa il ghiacciaio di Noaschetta, si tocca il bivacco Ivrea e dopo aver risalito il Colle dei Becchi, per canalini e divertenti pendii ci si immette nella testata del Vallone di Piantonetto. Si tira il fiato sotto la severa parete rocciosa del Becco Meridionale della Tribolazione per girare le punte degli sci verso sud, dove si scorgono i tetti gialli del rifugio Pontese.
5° Giorno I ripidi pendii che dal Pian delle Muande conducono al Colle di Teleccio sono l'ultima grande fatica del Raid e se avremo ancora un po' di forze saliremo la Punta Ondezana. Iniziamo l'ultima lunga e divertente discesa di 1.800 m che riporta a Lillaz, zigzagando tra i crepacci fino al Ghiacciaio di Valeille, da dove per bei pendii si raggiunge il fondo dell'omonima valle. Nell'ultimo tratto della Valeille può capitare di essere accompagnati dal frastuono delle cascate ghiacciate che crollano dai ripidi versanti della valle, segnali inequivocabili dell'inverno che volge al termine!